Il Manchester United non è solo un club glorioso per la sua storia, ma anche uno dei protagonisti assoluti del calciomercato mondiale, soprattutto nell'era post-Ferguson. Per inseguire i fasti del passato, i Red Devils non hanno mai badato a spese, investendo cifre astronomiche per portare a Old Trafford i migliori talenti del pianeta. Questo ha portato a trionfi indimenticabili, ma anche a brucianti delusioni.
Un prezzo elevato porta con sé un carico di aspettative quasi insostenibile. Ogni giocata viene analizzata al microscopio, ogni errore pesa il doppio. La maglia dello United è già pesante di per sé, ma quando è accompagnata da un cartellino da record, può diventare un fardello insormontabile. In questa classifica esploreremo i 10 acquisti più onerosi della storia del club, tra scommesse vinte, flop clamorosi e persino uno sguardo al futuro.
Chi ha ripagato l'investimento fino all'ultimo centesimo e chi, invece, è diventato il simbolo di una campagna acquisti fallimentare? Allacciate le cinture, perché questo viaggio tra milioni di euro, speranze e rimpianti sta per iniziare.
Un nome ben noto al pubblico italiano. Matteo Darmian arrivò al Manchester United dal Torino nel 2015, dopo essersi affermato come uno dei migliori terzini della Serie A e un punto fermo della Nazionale. Il suo inizio fu fulminante, tanto da vincere il premio di giocatore del mese del club al suo primo mese in Inghilterra, impressionando tutti per la sua solidità difensiva e intelligenza tattica.
Tuttavia, con il passare del tempo, la sua avventura a Old Trafford perse slancio. Complici alcuni infortuni e la feroce competizione interna, Darmian perse gradualmente il posto da titolare, diventando un'alternativa affidabile ma non più una prima scelta. La sua carriera ha poi trovato una seconda giovinezza con il ritorno in Italia, dove con la maglia dell'Inter è diventato un elemento cruciale per la vittoria di uno Scudetto e altri trofei, dimostrando la sua grande professionalità e duttilità.
Chiudiamo la top 10 con un altro nome che guarda al futuro del club, Matheus Cunha. Il brasiliano, dopo un periodo difficile all'Atletico Madrid, ha trovato la sua dimensione ideale al Wolverhampton, diventandone il leader tecnico e trascinatore. È un attaccante atipico, un numero 10 mascherato da punta, capace di legare il gioco, creare superiorità numerica con il dribbling e servire assist geniali per i compagni.
Il suo profilo tecnico aggiungerebbe qualcosa che forse manca all'attuale attacco dello United: creatività e imprevedibilità tra le linee. Non è un bomber puro, ma un giocatore totale in grado di migliorare il rendimento di tutto il reparto offensivo. Un suo acquisto sarebbe una scommessa sulla fantasia e sulla classe, per un attacco meno schematico e più brasiliano.
Un'altra possibile mossa futura che indica un cambio di strategia. Bryan Mbeumo si è affermato al Brentford come un esterno affidabile, veloce e di grande sacrificio, dimostrando di poter essere decisivo in Premier League. A differenza di altri acquisti esotici, il camerunense conosce a menadito il campionato inglese, i suoi ritmi e la sua intensità, riducendo drasticamente i rischi legati all'adattamento.
Il suo profilo è quello di un giocatore funzionale, capace di giocare su entrambe le fasce e di garantire un contributo costante in termini di corsa, pressing e inserimenti. Un eventuale acquisto di Mbeumo rappresenterebbe una scelta di pragmatismo: meno nome esotico e più sostanza, per aggiungere un elemento di sicura affidabilità a un reparto che negli ultimi anni ha sofferto di troppa incostanza.
L'arrivo di Ángel Di María dal Real Madrid nel 2014 fu accolto con un entusiasmo travolgente. 'El Fideo' era reduce da una stagione strepitosa, culminata con il premio di migliore in campo nella finale di Champions League vinta con i Blancos. Gli fu consegnata la mitica maglia numero 7, quella di Best, Cantona, Beckham e Ronaldo: un'investitura ufficiale come nuovo faro della squadra.
L'idillio, però, durò pochissimo. Dopo un inizio brillante, il rendimento dell'argentino crollò verticalmente. Complice un difficile adattamento allo stile di vita di Manchester e un traumatico tentativo di rapina subito in casa, Di María non riuscì mai a esprimersi sui suoi livelli. La sua avventura si concluse malinconicamente dopo una sola stagione con la cessione al PSG, passando alla storia come uno dei più grandi e costosi flop della storia del club.
Qui entriamo nel campo delle proiezioni future, un'indicazione delle strategie di mercato del club. Benjamin Sesko, gioiello del RB Leipzig, è uno degli attaccanti giovani più seguiti d'Europa. Sloveno, altissimo, veloce e dotato di un'ottima tecnica, incarna il prototipo del centravanti moderno. Il suo percorso, passato dalla scuderia Red Bull, ricorda da vicino quello di Haaland, e le aspettative sul suo futuro sono enormi.
Un potenziale investimento di questa portata su Sesko indicherebbe la volontà dello United di assicurarsi un numero 9 di livello mondiale per il prossimo decennio. Sarebbe una mossa di programmazione a lungo termine, volta a costruire un attacco devastante. I tifosi sognano già una coppia d'attacco formata da lui e Højlund, un tandem di giganti nordici pronti a terrorizzare le difese di tutta Europa.
Un altro grande investimento proveniente dalla Serie A. Rasmus Højlund è stato prelevato dall'Atalanta nell'estate del 2023 per una cifra considerevole, basata più sul suo enorme potenziale che sul suo rendimento da veterano. Il giovane attaccante danese, paragonato per caratteristiche fisiche e stile di gioco a Erling Haaland, è stato scelto per essere il centravanti del presente e del futuro dello United, grazie alla sua velocità, forza e un sinistro devastante.
La sua prima stagione in Inghilterra ha mostrato due facce. In Champions League è stato implacabile, segnando a raffica e dimostrando di avere la stoffa del campione. In Premier League, invece, ha faticato di più a trovare la via del gol, pur lavorando instancabilmente per la squadra. I tifosi sono fiduciosi, ma consapevoli che il ragazzo ha bisogno di tempo per crescere e adattarsi completamente, sperando che possa ripagare la fiducia e l'investimento.
Per potenziare il reparto offensivo, nel 2017 lo United puntò forte su Romelu Lukaku, un centravanti che in Premier League aveva già dimostrato di saper segnare con impressionante regolarità con la maglia dell'Everton. La sua prima stagione fu decisamente positiva: il gigante belga si impose con la sua forza fisica e il suo fiuto del gol, diventando il terminale offensivo principale della squadra di Mourinho e chiudendo l'anno con un bottino di reti più che rispettabile.
Nella seconda stagione, però, qualcosa si è rotto. Le critiche al suo primo tocco e alla sua capacità di partecipare alla manovra si fecero sempre più insistenti, e il suo rendimento calò vistosamente. Messo in discussione, Lukaku decise di cambiare aria, trasferendosi all'Inter. In Italia, il bomber belga è letteralmente rinato, diventando uno degli attaccanti più forti del mondo e trascinando i nerazzurri alla vittoria dello Scudetto, lasciando a Manchester il rimpianto di non aver saputo sfruttare appieno il suo potenziale.
Dopo un corteggiamento durato anni, Jadon Sancho approdò finalmente a Old Trafford nell'estate del 2021. Le sue stagioni al Borussia Dortmund, fatte di gol, assist e giocate spettacolari, avevano creato un'attesa spasmodica tra i tifosi dello United, che vedevano in lui la soluzione definitiva ai problemi sulla fascia destra. Il giovane talento inglese sembrava destinato a diventare una delle stelle più luminose della Premier League.
La realtà, però, è stata molto diversa. Sancho non è mai riuscito ad adattarsi ai ritmi e alla fisicità del campionato inglese, apparendo spesso come un lontano parente del giocatore ammirato in Germania. La mancanza di fiducia e un rapporto conflittuale con l'allenatore ten Hag lo hanno portato a essere messo ai margini della squadra, fino al ritorno in prestito al Dortmund. Un investimento enorme che, al momento, ha tutto l'aspetto di un fallimento colossale.
Nel 2019, per puntellare una difesa troppo fragile, il Manchester United decise di rompere il record mondiale per un difensore, assicurandosi le prestazioni di Harry Maguire dal Leicester. Investito subito dei gradi di capitano, l'imponente centrale inglese doveva essere il leader e la roccia su cui costruire i futuri successi del club. La sua abilità nel gioco aereo e la sua leadership erano considerate le doti perfette per guidare la retroguardia.
Tuttavia, la sua esperienza a Manchester è stata complicata. La sua mancanza di velocità è stata spesso esposta dagli attaccanti avversari, portandolo a commettere errori evidenti che hanno minato la sua fiducia. Con il tempo ha perso sia la fascia di capitano che il posto da titolare, e quel prezzo di 87 milioni è diventato un macigno con cui confrontare ogni sua prestazione, trasformandolo in uno dei giocatori più criticati d'Inghilterra.
Arrivato a Manchester su esplicita richiesta del suo mentore Erik ten Hag, Antony è stato l'acquisto simbolo dell'estate 2022. L'ala brasiliana, famosa per i suoi dribbling ubriacanti e il suo mancino affilato, è stata pagata a peso d'oro per aggiungere imprevedibilità e fantasia all'attacco dei Red Devils. L'investimento, considerato da molti eccessivo fin da subito, ha caricato il giocatore di una pressione enorme.
Nonostante un inizio promettente con gol all'esordio, il rendimento di Antony è stato finora al di sotto delle aspettative. La sua tendenza a essere prevedibile e la scarsa concretezza in zona gol e assist lo hanno reso bersaglio di feroci critiche da parte di tifosi e addetti ai lavori. Il suo talento è indiscutibile, ma la domanda che tutti si pongono a Old Trafford è se riuscirà mai a giustificare una spesa così imponente.
Il ritorno del figliol prodigo. Paul Pogba tornò a Manchester nel 2016 per una cifra che all'epoca fece tremare il mondo, lasciando la Juventus da superstar affermata per completare un cerchio nel club che lo aveva cresciuto. Le aspettative erano celestiali: ci si attendeva che il centrocampista francese, con la sua tecnica sopraffina, la sua potenza fisica e la sua visione di gioco, prendesse per mano la squadra e la riportasse ai vertici del calcio inglese ed europeo.
La sua seconda avventura a Old Trafford è stata però un'altalena di emozioni. A momenti di pura genialità, giocate da campione assoluto e gol spettacolari, si sono alternate lunghe fasi di apatia, prestazioni deludenti e polemiche fuori dal campo. Nonostante la vittoria dell'Europa League e della Coppa di Lega, la sensazione generale è quella di un potenziale enorme rimasto in gran parte inespresso, culminata con un secondo addio a parametro zero, un epilogo amaro per il più grande investimento nella storia del club.