L’elettricità è il motore silenzioso delle nostre vite moderne. Dai nostri smartphone alle fabbriche, dai trasporti pubblici ai frigoriferi di casa, nulla funziona senza di essa.
Nel 2024, la produzione mondiale di elettricità ha raggiunto nuovi record, spinta dalla crescente domanda globale e dall’espansione delle economie emergenti. Tuttavia, non tutti i Paesi producono energia allo stesso modo: ci sono enormi differenze nei volumi e nelle fonti impiegate.
In questa classifica, esploriamo i primi 10 Paesi al mondo per produzione di elettricità nel 2024, con uno sguardo speciale all’Italia, che si trova al 19° posto. Scopriremo non solo quanto producono, ma anche come e perché questi numeri sono importanti per l’economia e la sostenibilità globale.
Dal colosso cinese all’equilibrio europeo, questo è il panorama attuale della generazione elettrica mondiale. Preparatevi a sorprendervi.
L'Italia si posiziona al 19° posto nella classifica mondiale della produzione di elettricità del 2024, con una produzione totale di 280 TWh. Il mix energetico italiano è caratterizzato da una forte presenza di energie rinnovabili, in particolare solare ed eolico, accanto alla produzione da gas naturale. Il Paese non dispone di centrali nucleari, fattore che ne limita la capacità produttiva rispetto ad altre grandi economie europee.
Negli ultimi anni, l'Italia ha investito molto nella transizione energetica, puntando su una maggiore efficienza e sullo sviluppo di comunità energetiche locali. Tuttavia, resta ancora dipendente dalle importazioni per una parte del suo fabbisogno, rendendo necessarie politiche più aggressive per l’autosufficienza energetica.
La Francia ha prodotto 469 TWh nel 2024, con circa il 70% proveniente dal nucleare, che rappresenta una delle quote più alte al mondo. La rete elettrica francese è una delle più stabili e a basse emissioni grazie al suo parco nucleare. Tuttavia, la manutenzione degli impianti esistenti e l’invecchiamento della flotta stanno sollevando preoccupazioni.
Il governo francese sta valutando nuovi reattori di ultima generazione e contemporaneamente sta investendo anche in eolico e solare. Il mix energetico resta tra i più “puliti” d’Europa.
La Germania ha generato 567 TWh nel 2024, in calo rispetto agli anni precedenti a causa della chiusura delle centrali nucleari e della transizione verso le rinnovabili. Il Paese è pioniere della transizione energetica, nota come “Energiewende”, puntando su eolico, solare e biomassa per sostituire le fonti tradizionali.
Nonostante i progressi, la Germania affronta sfide legate alla stabilità della rete e ai costi energetici. Il dibattito politico è acceso, ma il Paese rimane un riferimento globale per l’energia sostenibile.
La Corea del Sud ha prodotto 620 TWh nel 2024. Il Paese utilizza una combinazione di nucleare, carbone e gas naturale per alimentare la propria industria altamente sviluppata. La Corea è uno dei leader mondiali nella tecnologia nucleare e sta cercando di ridurre la dipendenza dal carbone per motivi ambientali e geopolitici.
Il governo promuove attivamente le rinnovabili e l’idrogeno verde come parte del suo Green New Deal. Tuttavia, la transizione è complicata dalla forte domanda industriale e dalla densità demografica.
Il Canada ha prodotto 660 TWh nel 2024. Con una delle reti più pulite del mondo, oltre il 60% dell’elettricità proviene da fonti rinnovabili, soprattutto idroelettriche. Le province del Québec e della Columbia Britannica guidano la produzione con grandi impianti idroelettrici, mentre l’eolico è in crescita nelle province centrali.
Il Canada sta investendo anche nel nucleare, in particolare attraverso la tecnologia dei piccoli reattori modulari (SMR). La transizione energetica del Paese è orientata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Il Brasile ha raggiunto una produzione di 677 TWh nel 2024, grazie soprattutto all’energia idroelettrica, che costituisce circa il 60% del suo mix energetico. Il Paese dispone di una vasta rete di fiumi e bacini che rendono l’idroelettrico una scelta logica ed economica, anche se vulnerabile ai cambiamenti climatici come la siccità.
Negli ultimi anni, il Brasile ha iniziato a diversificare le sue fonti, con investimenti nell’eolico e nel solare, in particolare nel Nordest. L’infrastruttura di trasmissione resta una sfida per portare l’energia nelle regioni più remote.
Il Giappone ha generato 1.034 TWh nel 2024. Dopo il disastro di Fukushima nel 2011, il Paese ha drasticamente ridotto la dipendenza dal nucleare, aumentando il ricorso al gas naturale liquefatto (GNL) e alle fonti rinnovabili. Il sistema energetico giapponese è altamente tecnologico e interconnesso, ma soffre ancora della mancanza di risorse energetiche domestiche significative.
Le isole giapponesi investono molto in efficienza energetica e smart grid. Il governo promuove attivamente l’energia eolica offshore e le batterie di accumulo su larga scala per sostenere la transizione.
La Russia si colloca al quarto posto con una produzione di 1.167 TWh. Il mix energetico russo è dominato da gas naturale e idroelettrico, con una quota stabile anche di nucleare. Essendo uno dei maggiori esportatori mondiali di energia, la Russia utilizza gran parte della sua produzione elettrica per alimentare le industrie pesanti e per l’esportazione verso l’Europa e l’Asia.
Le sanzioni internazionali e i cambiamenti geopolitici hanno spinto il Paese a rafforzare l’autosufficienza energetica e a diversificare le rotte di esportazione. Tuttavia, il sistema elettrico interno rimane fortemente centralizzato e dipendente dai combustibili fossili.
L’India ha prodotto 1.858 TWh nel 2024, piazzandosi al terzo posto. Con una popolazione in crescita e un’industrializzazione in corso, la domanda di elettricità continua ad aumentare. Gran parte della produzione proviene ancora dal carbone, ma il governo indiano ha intensificato gli sforzi per espandere l’energia solare, con ambiziosi obiettivi nel quadro dell’International Solar Alliance.
L’elettrificazione delle aree rurali e il miglioramento dell’efficienza energetica sono priorità chiave per il Paese. L’India è considerata un laboratorio vivente per lo sviluppo sostenibile in ambito energetico.
Gli Stati Uniti si piazzano al secondo posto con una produzione di 4.287 TWh. La rete elettrica americana è vasta e diversificata, riflettendo un mix energetico che include gas naturale, nucleare, carbone e rinnovabili. Il gas naturale è la principale fonte di elettricità negli USA, ma il fotovoltaico e l’eolico stanno guadagnando terreno in stati come la California e il Texas. L’energia nucleare rimane una parte importante, soprattutto negli stati del Midwest e della costa orientale.
Con un’enfasi crescente sulla modernizzazione delle infrastrutture energetiche e sulla resilienza della rete, gli Stati Uniti sono all’avanguardia nell’integrazione delle tecnologie smart grid e dello stoccaggio energetico.
La Cina guida il mondo nella produzione di elettricità nel 2024, con ben 8.849 TWh generati. Questo volume rappresenta quasi il doppio rispetto al secondo classificato, dimostrando l’enorme scala dell’economia cinese e la sua dipendenza energetica. Il sistema energetico cinese è alimentato in gran parte dal carbone, ma sta rapidamente diversificando grazie a investimenti colossali in fonti rinnovabili, come l’energia solare, eolica e idroelettrica. Il Paese ospita alcune delle più grandi centrali idroelettriche del pianeta, come la Diga delle Tre Gole.
Negli ultimi anni, la Cina ha anche accelerato lo sviluppo del nucleare e delle reti intelligenti, con l’obiettivo di decarbonizzare gradualmente il settore energetico. Nonostante le sue enormi emissioni, è anche leader mondiale nelle installazioni di energia verde.